Curiosità della storia

IL GIANDONE DELLA PORRETTA

Fonte immagine -

Dettaglio dell' illustrazione raffigurante il Giandon della Porretta realizzata dal noto disegnatore bolognese Augusto Majani, detto Nasica e così si firmava - che si distinse nella Belle Epoque come fine carticaturista ed illustratore.

Su Google non manca nulla, basta cercare!

Ecco qui il frontespizio del poema satirico che ancor oggi i bolognesi indicano come una burla di cattivo gusto cantata a favore dei modenesi che, come ultima consolazione per non essere riusciti, anche se pur dopo una battaglia vittoriosa, ad espugnare le mura bologesei, si accontentarono di rubare un secchio di un pozzo fuori le mura. Da qui la Leggenda della Secchia Rapita cantata in versi da Alessandro Tassoni nel 1624.

Su Google libri è stato interamente digitalizzato e messo a disposizione dell'umanità intera!  

Cliccate e vedrete

Fonte illustrazione: Wikipedia

Alessandro Tassoni

Troverete tutto su Alessandro Tassoni ed il suo poema cliccando qui accanto sulla foto.

Ricerca libera. divertitevi voi su Google a cercare la versione più interessante!

Nota - Questa illustrazione deriva da una copia rinvenuta in una collezione privata, la foto riprodotta è solamente un dettaglio. Si rispettano eventuali diritti.

Stralcio del Poema in cui viene citato

Il Giandon da la Porretta  e la sua triste fine

Augusto Majani

Fonte illustrazione Wikipedia

IL TRITTICO CHE NARRA LA STORIA

GENUS BONONIAE  

FONTE - https://collezioni.genusbononiae.it

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Giandon da la Porretta era un Petronio

grande come un gigante, o poco meno,

e in vece d'un caval reggea un demonio,

(cred'io) senza adoprar sella né freno:

un de' mostri parea di Sant'Antonio,

né pasceva il crudel biada né fieno,

ma gli uomini mangiava, e distruggea

co' denti il ferro, e un corno in testa avea. 


La fera bestia un dopo l'altro uccise

quattro Tedeschi, ed era dietro al quinto:

ma il Re la lancia in mezzo 'l cor gli mise

e gliel fece cader già mezzo estinto.

Ruppesi l'asta e 'l Re non si conquise,

ma tratta fuor la spada ond'era cinto,

divise d'un fendente il capo armato

a Giandon, che già in piedi era levato. 

Fonte: Liber Liber https://www.liberliber.it/mediateca/libri/t/tassoni/la_secchia_rapita/html/secchi06.htm


"IL GIANDON DA LA PORRETTA"

DI ANNA NASCI


Una strage coperta dalla satira e forse una maschera carnevalesca dimenticata nei secoli.


In questo breve articoletto vi offro l'anteprima di una curiosa ricerca che sto svolgendo, scavando negli archivi del territorio bolognese.


È stato rinvenuto un foglietto (rappresentato a lato), raffigurante un cavaliere dotato di armatura, in groppa ad un curioso destriero, nero dallo sguardo diabolico che ha sulla fronte un temibile corno.


È la caricatura del Giandon da la Porretta. Si narra fosse un "Petronio", un soldato dello Stato Pontificio, mandato a difendere i confini nella forse più sanguinosa battaglia che si narri nella storia antica del nostro territorio: la Battaglia di Zappolino del 1325, la battaglia della secchia rapita. Su questa battaglia esistono numerose fonti che riportano le varie pubblicazioni fatte nei secoli e se volete divertirvi a curiosare potete recarvi sia a Modena che a Bologna nei vari musei. Più sotto, per i più pigri, vi sono alcune fonti da poter consultare anche stando comodamente a casa, on line.


Ma torniamo al Giandone. Come molti sapranno, in dialetto bolognese, Giandone significa uomo grande e grosso, ma anche bonaccione o sempliciotto.


Anche nel nostro dialetto della Valle del Randaragna abbiamo questo modo di dire "Quell' lì a l'è 'n giandone", si dice di chi è anche un po' credulone, ma di solito non farebbe male ad una mosca, pur essendo di una certa stazza, alto e forzuto.  


Il poema di Alessandro Tassoni, un poema eroico satirico, al quale i bolognesi ancora storcono il naso, poichè  narra di una efferata strage, a carico di numerosi soldati, ma più che altro di contadini armati di zappa e forcone, è stato trascritto più volte. La strage, fatta da mercenari assoldati e giunti sin dalla Germania, nella quale venne versato molto sangue, resta alla storia come una burla.


Pare che questo sfottò sia causa indiretta della creazione  di una  figura leggendaria e canzonata del Giandone, che si è persa quindi nel tempo, proprio a causa della brutta fine che questo Giandon della Porretta avrebbe fatto.


Lo scontro sanguinoso che finì alle porte inespugnabili di Bologna e si concluse con il furto dell' oramai famoso secchio,  vide più di 2000 caduti, tra i quali Il Giandon.  La sua figura pare abbia preso più tardi i tratti della maschera carnevalesca piuttosto che dell'eroe caduto in guerra.  

Or non si conosce ancora il suo vero nome, e forse non lo conosceremo mai, ci auguriamo di trovare notizie certe in merito. Per questo ci siamo già attivati nelle biblioteche ed in alcuni archivi bolognesi, dove il personale gentilissimo si è messo in moto per vedere se fosse realmente esistito, da dove eventualmente giungesse il giovane (forse potremmo dire nostro conterraneo?) che venne decapitato in battaglia. Nel caso non vi siano tracce, nè di una pertinenza storica, nè di una trasposizione carnevalesca, questa rimarrà una fantasia scaturita dalla penna pungente del Tassoni.


Ricordiamo che, i territori di pertinenza dei Bagni della Porretta, un tempo erano compresi nel territorio di Granaglione e solo dopo la fusione recentissima sono stati ricompresi, amministrativamente, in questa area verdissima che molti ci invidiano.


Chissà cosa emergerà da tale ricerca!


Se qualcuno ne sa di più gli daremo ampio spazio.


Seguiteci... sul blog.


Nota. Petronio è anche detto di un componimento satirico e scherzoso. Probabilmente dall’omonimo scrittore satirico del primo secolo dopo Cristo, Petrònio. Anche abitante di Bologna. Fonte - Enciclopedia Treccani -


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UN LIBRO RARISSIMO  

ECCO DOV' È CONSERVATO